domenica 11 febbraio 2024

senza chiedere il permesso

i bagliori del tempo lasciano ombre su muri lontani,
sfocate forme senza concetto graffiano gli occhi
nell'affannosa ricerca di un ramo o di un dorso
per l'istintivo terrore di una caduta,
illusa dall'evoluzione.
Dal buio rumori mai uditi poi un grido
mentre il cuore sparisce, lontana pace.
poi freddo. tanto freddo. quando si guarisce?
perdona chi t'ha fatto questo
senza chiedere il permesso.

intensamente amore,
a te che di rugiada goccia
non di fior ma d'arsa roccia
allevi la pena penso
come il sogno che mi logora
cresciuto in me senza preavviso
alcuno, d'odio e rancore intriso
e d'affilata arguzia. Povera
condizione mia questa invero
che in me vi sia per noi un intero
mondo e fuori goccia o tempesta
poco importa, se orribile chimera
o sogno, tal dovrai per volere
nostro o del fato, vivere.

Solidarieta'

Ma che diritto pensi di avere
di essere felice?
La tua condizione sarebbe
solo un accadimento,
una coincidenza,
fortunata conseguenza, forse,
di una altrui disgrazia.
Voglio vederti star male
per poterti osservare,
saperti soffrire
per venire in tuo aiuto,
sentirti inferiore
perchè ho paura
di te.

Adesso resta
inoffensivo.
Io comprensivo,
cercherò di capire.
Ma per favore fa che la tua disgrazia
non sia troppo grande
ne' troppo duratura,
meglio se su misura
per la mia noia
per la mia natura.
Fa che le tue piccole ali spezzate
guariscano al caldo del mio cuscino
che il tuo lamento di dolore non sia troppo
stridulo e fastidioso
che il tuo pianto non sia inopportuno
che il tuo rantolo non mi svegli.
Ho anche io una vita.

Natale senza

Fra gli alti grattacieli del mio cuore
vidi dal nulla sorta, quel mattino
una casetta in legno ed un giardino.
Rimasi ad osservarla con stupore.

Sepolta all'ombra della confusione
piccola casa, piccolo il giardino,
dimora antica di strane persone
con gli occhi trasparenti di bambino.

Coltivano filari di speranze,
mettono ai vetri il vischio per Natale
dipingon le pareti delle stanze
con dei colori nuovi da guardare.

Ed io ti penso ancora,
tornando dal lavoro
e tutto non mi sembra poi cosi' lontano
nel tempo e nello spazio che ci sospese in volo
perche' quando ti penso io sento la tua mano
ancora sul mio viso e in tutto quel frastuono
io trovo un posto senza piu' distanza
cosi' calmo e isolato che non esiste suono
e in quella pace il tempo stesso
non ha piu' importanza

E' li' che io ritrovo quel che eri
e quel che avrei potuto esser per te,
vedo noi due bambini, tra i filari
cogliere speranze senza sapere che
c'e' una casetta in legno ed un giardino,
sepolta al centro della confusione,
e dentro i gesti di quelle persone
il sogno di un futuro a te vicino.

Noia

basta, sono stufo.
La vita che faccio mi opprime, sta avendo la meglio su tutte le mie passioni.
Ho bisogno di un cuscino di liberta' per soffocare questi pensieri,
d'un veleno di emozioni per uccidere la noia,
di una grossa ciambella senza buco
per ricordare che a volte e' la mancanza a dare senso alla sostanza

La brina

perche' soffrir per le mutate forme
che assume il tuo sembiante al mio ideale
quand'anche se tu fossi come bramo,
fumo negli occhi mutevole al mio umore,
soffocherebbe al sorgere del sole
in pochi istanti ogni mio interesse
come la brina che disseta il grano?

perche' negarti al mondo per scrutare
ogni minuto della tua esistenza
e farne scienza al colmo d'ogni piano
se del Piacere all'argine del fiume
l'anima mia non riesce a riposare
quale lungi dal mare non puo' stare
che brevemente volo di gabbiano?

Questo voglio indagare e mi spaventa
piu' d'ogni altra cosa, come un bimbo
l'inutile timor d'esser me stesso.
ma lascia che io sia per un momento
l'alba, il gabbiano, la brina, il mare e il sole
solo ai tuoi occhi, ed io saro' contento,
maggior sapere ahime' non ci e' concesso.

Amaro

Ogni ora
che la fine
ci avvicina,
che l'estrema
eguagliatrice
ci regala
come un dono
mal gradito
trasuda,
fredda
sulla fronte
come la compagnia
di un brutto pensiero
e piano
piano,
si spegne.

Lontano

Pensa se c'e' da pensare,
cupa
come l'ombra che ci inghiotte
quando scende il sole.
Togli questo peso
che mi opprime
questa confusione
di pensieri
sopra la magia
di ieri. Chi li vuole
chi li compra i miei desideri?
Fammi un po' sfogare
lasciami parlare
lentamente
come e' indifferente questo grande
mare che ci unisce
come voli di gabbiani
al tempo che conosce
le risposte
quando siamo ormai lontani.
Lasciami guardare dentro
quei tuoi occhi stanchi
di sognare aperti
che se fossimo giganti ora
basterebbe tendere una mano
per trovarsi
per toccarsi
anche se io siedo in fronte al mare
e tu sei
cosi’ lontano