(Music by Attura
http://www.attura.it/Attura/DISCOGRAFIA_files/maiasa%20chikatetsu%20de%20kaisha.mp3)
Il sentiero che comincia ai piedi del mio letto
non conduce da nessuna parte.
E sprofondo nel cuscino per fermare il tempo
mentre ripongo i sogni nel cassetto.
Mi ritornano alla mente frasi da ragazzo,
strofe di vecchie canzoni,
la bisnonna che racconta come da bambina
si dosava con prudenza il sale.
Poi una talpa gigantesca senza alcun preavviso
ha scavato tutta la città
ed il mito del progresso indicando a tutti il cielo
ci ha lasciato in fondo a questo viale.
Con le voci di metallo e i guanti immacolati
gli Addetti alla Puntualità
con cortese ostinazione ci comprimono all'interno
il vagone forse esploderà.
Qui l'ossigeno è pesante , tutti stanno fermi e stretti
chi è seduto sta dormendo un po'.
Sguardi bassi sempre fissi a due pollici di schermo
ed un terzo sopra una tastiera
che si affanna per narrare tutto il senso di una vita
con innaturale rapidità.
Io rapito mi distraggo e ripenso al pesco in fiore
che scalavo da bambino
e guardavo all'orizzonte un tramonto ed un futuro
che sognavo differente da
questa metropolitana che mi fa a pezzi la schiena
ma tra poco mi scaricherà
in un fiume di persone che impetuoso mi travolge
e mi sputa come un geyser fuori
ad un angolo di strada sotto un ponte di cemento
dove il sole mi disturba un po'.
E mi metto a camminare per quel tratto che rimane,
mi godo la mia libertà
di pensare a quel che voglio, ammirare con orgoglio
l'immagine che ho di me
per scoprire con stupore che non ha nessun colore
nè sapore e lo sai perché?
Ma il mio tempo è terminato, nel frattempo sono giunto
all'ingresso della compagnia.
La risposta me la scordo e mi amalgamo allo sfondo
di colleghi alla scrivania.
Ma in quell' ultimo secondo mi rapisce una finestra
e lo sguardo se ne vola già
e mi sembra all'orizzonte di vedere un altro mondo
una nuova possibilità
per cambiare tutto questo , per non scendere dal pesco
e riscrivere la mia realtà.